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Giovedì, 18 Dicembre 2025 20:52

Pettinari sull'acquisto del Comune dell'immobile da 2 milioni di euro per il Cpi: "Una vergogna"

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Il presidente del movimento politici "Pettinari per l'Abruzzo" e consigliere comunale Domenico Pettinari commenta l'approvazione da parte del consiglio comunale dell'acquisto dell'immobile in piazza Garibaldi per la nuova sede del Centro per l'impiego
Duro attacco del consigliere comunale e presidente del movimento “Pettinari per l'Abruzzo” Domenico Pettinari, in merito all'approvazione da parte del consiglio comunale della delibera per l'acquisto da parte dell'ente dell'immobile in piazza Garibaldi da 2 milioni di euro destinato alla nuova sede del Centro per l'impiego:"Abbiamo combattuto come leoni contro questa che definiamo una delibera che nuoce gravemente alla salute dell’ente. Purtroppo l’amministrazione di centro destra qualche minuto fa ha deciso di procedere all’acquisto incauto .Una amministrazione pubblica, che decide di spendere 2 milioni di euro della Regione Abruzzo per acquistare un immobile da un privato, pur sapendo che Regione Abruzzo ha due immobili di proprietà lasciati in completo stato di abbandono, uno in Viale Bovio e uno in Via Raffaello, oltre all’immobile della Asl di Pescara, acquistato nel 2014 per circa 3 milioni di euro e lasciato anch’esso, da oltre 10 anni, in abbandono, dovrebbe immediatamente rassegnare le proprie dimissioni per grave incapacità nel governo cittadino. Se aggiungiamo, anche, che lo stesso Comune di Pescara, ha 17 immobili di proprietà messi in vendita e l’amministrazione non è stata capace di trovare, tra questi, uno che potesse essere destinato a sede del Centro per l’impiego, l’incapacità diventa follia amministrativa . "Pettinari parla di un danno enorme per i cittadini, sottolineando che nella zona di Piazza Garibaldi mancano i parcheggi nonostante fossero tra i requisiti del bando, spendendo 2 milioni di euro per soli 59 metri quadrati in più di spazio rispetto alla sede di via Passolanciano. Il centro destra per il consigliere non tutela gli interessi della collettività con scelte giudicate non convenienti.  
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